My Stolen Planet
Sayyareye dozdide shodeye man
Regia: Farahnaz Sharifi; sceneggiatura: Farahnaz Sharifi; produzione: Jyoti Film, PakFilm; distribuzione: CAT&Docs.
Il film è stato presentato in concorso nella sezione Panorama della 74° edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino.
Germania, Iran, 2024, 82’. Documentario. Versione originale con sottotitoli in italiano. Anteprima italiana.
SINOSSI
Nata nel 1979, durante la rivoluzione islamica in Iran, Farah racconta la sua vita quotidiana attraverso un intimo diario visivo, catturando momenti di gioia e resistenza che mettono in luce il contrasto tra la libertà domestica e l’oppressione del regime. Parallelamente, raccoglie filmati in 8mm da persone sconosciute, creando un mosaico di memorie perdute, che, ispirata dalla madre, affetta da Alzheimer, colleziona per contrastare l’oblio di una società intera. Il legame con Leyla, una professoressa iraniana che ha lasciato il paese durante la rivoluzione, aggiunge una dimensione personale a questi archivi. Nell’autunno del 2022, l’insurrezione “Women, Life, Freedom” segna un punto di svolta nella sua vita e in quella di molti altri nel suo Paese.
NOTE DI REGIA
Quando condividiamo un ricordo con altri, esso passa da privato a pubblico. Questa storia è intessuta strettamente con la resistenza all’oblio. In un’epoca in cui le strutture di potere si sforzano di narrare la storia e modificarla in modo da nasconderne segmenti importanti e legati a storie individuali e popolari, diventa ancora più cruciale condividere dettagli personali e micro-narrazioni.
BIO REGISTA
Farahnaz Sharifi è una pluripremiata scrittrice, regista e montatrice iraniana, costretta all’esilio alla fine del 2022. Si è laureata all’Università di Teheran in studi cinematografici. I suoi film si basano principalmente su archivi e immagini di repertorio. Il suo più recente lavoro come montatrice è l’acclamato lungometraggio documentario Radiograph of a Family, che ha vinto il premio per il Miglior Lungometraggio Documentario per l’uso creativo di materiali di repertorio all’IDFA 2020. Farahnaz ha ricevuto numerosi premi in e fuori dall’Iran, tra i quali quello per il miglior film all’Uppsala Short Film Festival.
PLOT
Born during the Islamic revolution in Iran in 1979, Farah narrates her daily life through an intimate visual diary, capturing moments of joy and resistance that highlight the contrast between domestic freedom and the oppression of the regime. In parallel, she collects 8mm footage shot by strangers, creating a mosaic of lost memories, which, inspired by her mother, who suffers from Alzheimer’s, she gathers to counteract the oblivion of an entire society. The bond with Leyla, an Iranian professor who left the country during the revolution, adds a personal dimension to these archives. In the autumn of 2022, the ‘Women, Life, Freedom’ uprising marks a turning point in her life and that of many others in her country.
DIRECTOR’S NOTE
When we share a memory with others, it moves from private to public. This story is woven tightly with a resistance to forgetting. At a time when power structures strive to narrate history in ways that hide important and popular segments, it becomes all the more crucial to share personal details and micro-narratives.
DIRECTOR’S BIO
Farahnaz Sharifi is an award-winning Iranian writer, filmmaker and film editor who was forced to go into exile at the end of 2022. She has graduated from Tehran University in Cinema studies. Her films are mostly based on archives and archival images. Her recent work as an editor is the acclaimed feature length documentary film Radiograph of a Family which won the Best Feature Length Documentary Film Award at IDFA 2020 for creative use of archival material. Farahnaz has received many awards inside and outside of Iran including Best Film Award at the Uppsala Short Film Festival.