Life’s a Bitch
Chiennes de vies
Regia: Xavier Seron; sceneggiatura: Xavier Seron; interpreti: Jean-Jacques Rausin, Mara Taquin, Aurora Marion, Ninon Borsei, Arieh Worthalter; produzione: Hélicotronc, Artisans du Film; distribuzione: Be for Films.
Presentato in concorso nella sezione Rebels with a Cause al 27° Tallinn Black Nights Film Festival. Selezionato per Festival Piccolo Grande Cinema dagli Young Programmers dell’iniziativa Young4Film, finanziata nell’ambito del programma Creative Europe e in collaborazione con il consorzio europeo di festival Young Programmers for Young Audiences.
Belgio, 2023, 88’. Versione originale con sottotitoli in italiano. Opera seconda. Anteprima italiana.
SINOSSI
Per far colpo su Cecile, Tom accetta di adottare Mescal, il chihuahua della sua defunta vicina, ma si rende presto conto che il piccolo animale potrebbe portargli più guai che benefici. La famosa attrice e modella Greta, distrutta dalla perdita dell’amato cane Sophie, e della sua assistente, entrambe travolte da un autobus, assume Charlotte per provare a sostituirle. L’addetto alla sicurezza Franck si innamora di Lola, ma la loro storia è complicata dalla presenza di Perdita, il suo cane. Tre vite e tre storie che si intrecciano con un mix di umorismo e sensibilità, invitando a riflettere sui legami che ci uniscono ai nostri amici a quattro zampe e su come questi influenzino le nostre vite.
MOTIVAZIONE DELLA SELEZIONE, a cura degli Young Programmers dell’iniziativa Young4Film.
Abbiamo deciso di selezionare il film Life’s a bitch di Xavier Seron, per l’uso sapiente di un impianto radicalmente grottesco, che parla di un tema più che mai reale come l’elaborazione del lutto, raccontandoci la profonda alienazione della contemporaneità, attraverso la figura totemica del cane, e portando avanti un’analisi mai banale di questo argomento, fotografando gli aspetti più intimi e allo stesso tempo inaspettati dei suoi protagonisti.
BASTARDI – Breve testo critico su Life’s a Bitch, a cura degli Young Programmers dell’iniziativa Young4Film.
Life’s a bitch, opera seconda del regista belga Xavier Seron, utilizza un impianto fortemente grottesco come mezzo principale per narrare gli aspetti tossici dell’essere umano, tramite l’espediente drammaturgico del cane, animale da compagnia per eccellenza, che qui impersonifica molte caratteristiche parallele ai comportamenti più alienanti delle persone. Attraverso un rapporto tangibile e spesso morboso tra questi animali domestici e i loro “migliori amici”, le sfumature più tragicomiche della contemporaneità prendono forma, grazie a un bianco e nero che volutamente allontana un percorso catartico lineare, fotografando anzi il caotico dispiegarsi della vita.
Attraverso la trasversalità del tema dell’elaborazione del lutto, comune a tutte e tre le storie di cui si compone questo lungometraggio, il regista ci vuole mostrare quanto spesso gli individui si sentano persi e nudi davanti a un mondo senza più un rapporto tra causa ed effetto, tra odio e amore, tra calma e caos, tra esistere e morire.
NOTE DI REGIA
Ci sono persone che adorano i cani e altre che ne hanno paura, e queste due posizioni rivelano molto su di noi. Da un lato, ciò che cerchiamo nei cani è simile a quello che desideriamo nei nostri simili: fedeltà, assenza di giudizio, un orecchio attento e gioia di vivere. Qualità che i cani ci offrono molto più spesso degli esseri umani. Dall’altro lato, i cani possono anche incutere timore; possono essere percepiti come portatori di malattie o animali pericolosi. In un certo senso, il film affronta proprio questi temi: il fondamentale bisogno di essere amati e la nostra solitudine, che sono due facce della stessa medaglia.
BIO REGISTA
Xavier Seron è un regista e sceneggiatore belga. Dopo aver studiato legge, ha frequentato l’Institut des Arts de Diffusion (IAD), in Belgio, dove ha sviluppato un forte interesse per l’umorismo grottesco e l’utilizzo del bianco e nero. Il suo primo cortometraggio Rien d’insoluble (2005) ha ricevuto numerosi riconoscimenti, aprendo la strada a progetti futuri come Le Crabe (2007) e Mauvaise Lune (2011). Nel 2016 ha debuttato con il lungometraggio Je me tue à le dire, presentato a diversi festival internazionali. Life’s a Bitch (Chiennes de vies) (2023) è il suo secondo lungometraggio.
PLOT
To impress Cecile, Tom agrees to adopt Mescal, his late neighbour’s chihuahua, but soon realises that the little animal could bring him more trouble than good. Famous actress and model Greta, devastated by the loss of her beloved dog Sophie, and her assistant, both of whom were run over by a bus, hires Charlotte to try to replace them. Security guard Franck falls in love with Lola, but their story is complicated by Perdita, his dog. Three lives and three stories intertwine with a mix of humour and sensitivity, inviting us to reflect on the bonds that unite us with our four-legged friends and how they influence our lives.
MOTIVATION OF THE SELECTION, by the Young Programmers of the Young4Film initiative.
We decided to select the film Life’s a Bitch by Xavier Seron for its masterful use of a radically grotesque structure, which addresses the deeply relevant theme of mourning. The film explores the profound alienation of contemporary life through the totemic figure of the dog, offering a nuanced and never trivial analysis. It captures the most intimate and, at the same time, unexpected aspects of its protagonists, creating a striking and unforgettable portrayal that deeply resonates with the audience.
BASTARDS – A short critical text on Life’s a Bitch, by the Young Programmers of the Young4Film initiative.
Life’s a Bitch, the second work by Belgian director Xavier Seron, employs a strongly grotesque set-up as the primary means of narrating the toxic aspects of human beings. Through the dramaturgical device of the dog, the quintessential pet, the film highlights many characteristics parallel to the more alienating behavior of people. The tangible and often morbid relationship between these pets and their ‘best friends’ brings to life the most tragicomic nuances of contemporary life, using black and white imagery that deliberately avoids a linear cathartic path, instead capturing the chaotic unfolding of life.
The director uses the universal theme of mourning, common to all three stories in the film, to show how individuals often feel lost and exposed in a world where the relationship between cause and effect, between hate and love, between calm and chaos, and between existing and dying, is no longer clear.
DIRECTOR’S NOTE
There are those people who adore dogs, and those who are scared of them. The two positions tell you something. The first, is that what we look for in dogs is what we look for in our fellow human beings: faithfulness, absence of judgment, an attentive ear, the joy of living. Qualities which dogs offer, but humans less so. But dogs can also be scary, we can see them as vectors for disease, or as vicious dogs. In a way, these are some of the themes the film is about: the fundamental need to be loved, and our loneliness, which are two sides of the same coin.
DIRECTOR’S BIO
Xavier Seron is a Belgian filmmaker and screenwriter. After studying law, he attended the Institut des Arts de Diffusion (IAD) in Belgium, where he developed a strong interest in grotesque humour and the use of black and white. His first short film Rien d’insoluble (2005) received numerous awards, paving the way for future projects such as Le Crabe (2007) and Mauvaise Lune (2011). In 2016, he debuted with the feature film Je me tue à le dire, which was presented at several international festivals. Life’s a Bitch (Chiennes de vies) (2023) is his second feature film.